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Le misure illustrate dall’Agenzia delle Entrate in relazione ai crediti di imposta, al bonus vacanze, alla sospensione dei versamenti fiscali e all’eco-sisma bonus
A seguito del Decreto Rilancio e delle corpose misure fiscali ivi contenute, l’Agenzia delle Entrate ha realizzato un Vademecum (testo in calce) che illustra, spiega e approfondisce alla platea dei destinatati delle misure, i benefici fiscali previsti dal decreto, e le modalità di funzionamento. Il provvedimento normativo, estremamente corposo, e di difficile lettura, viene sintetizzato in schede riepilogative, per capire non solo quali benefici sono previsti, ma soprattutto per rispondere alle domande più frequenti: come funziona il credito di imposta? Come si fa a cederlo o a trasformarlo? Quali scadenze fiscali sono sospese? Cosa accade delle cartelle di pagamento in scadenza? Di seguito proviamo a spiegare il contenuto dei chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate, distinguendo i benefici per le imprese da quelle per i privati.
Sommario
Irap non dovuta
Contributo a fondo perduto
Canoni di locazione per immobili ad uso non abitativo – credito di imposta
Eco bonus e sisma bonus – credito di imposta
Trasformazione delle detrazioni fiscali in sconto: come funziona
- Cessione dei crediti di imposta: come funziona
- I crediti di imposta non si compensano con i debiti iscritti a ruolo
- Aumentati i limiti annui per la compensazione dei crediti di imposta
- Adeguamento dei luoghi di lavoro – credito d’imposta
- Riduzione IVA per i dispositivi di protezione
- Sanificazione dei luoghi di lavoro e dispositivi di protezione – credito
d’imposta - Scadenze fiscali sospese
- Rate delle “rottamazioni” e del “saldo e stralcio” sospese
- Sospensione dei pignoramenti
- Sospensione delle verifiche della Pubblica Amministrazione sulle inadempienze per i pagamenti
- Rinvio delle cartelle esattoriali
- Benefici per le richieste di rateizzazione dei debiti fiscali
- Rinvio del termine per dotarsi del registratore di cassa telematico
- Rinvio della lotteria degli scontrini
- Rinvio della decorrenza bozze precompilate IVA
- Sostegno alle imprese di pubblico esercizio
- Tax Credit Vacanze
- Sostegno alle imprese del Sud Italia
Irap non dovuta
Si pagherà solo l’acconto dell’IRAP 2019, mentre non saranno dovuti il saldo 2019 e la prima rata dell’acconto 2020. Poiché l’acconto IRAP è pari al 100% dell’imposta dovuta, beneficiano maggiormente di questa misura coloro che hanno una base imponibile nel 2019 maggiore rispetto a quella del 2018, e che
pertanto hanno versato l’acconto Irap 2019 sulla base imponibile del 2018.
Costoro infatti, avrebbero dovuto poi conguagliare l’effettiva imposta dovuta sulla base imponibile del 2019 con il versamento del saldo 2019. Ma il saldo 2019 non è dovuto. La prima rata di acconto dell’Irap del 2020 non è invece dovuta, e non è semplicemente sospesa, ma definitivamente stralciata, in quanto viene precisato che l’importo della predetta rata va escluso dal calcolo dell’imposta che andrà versata al momento del saldo.
Beneficiano di questa novità solo gli imprenditori ed i lavoratori autonomi i cui ricavi e compensi non abbiano superato nel periodo di imposta precedente la somma di 250 milioni di Euro. Sono invece chiaramente escluse le assicurazioni, gli enti pubblici, gli intermediari finanziari e le società di partecipazione.
Contributo a fondo perduto
Potranno ricevere una somma a fondo perduto gli esercenti attività di impresa e lavoro autonomo, con ricavi nel periodo di imposta precedente non superiori ai 5 milioni di Euro, nonché i titolari di reddito agrario con partita iva.
Sono esclusi da questo contributo coloro che hanno cessato la loro attività, gli enti pubblici e gli intermediari finanziari, nonché i professionisti iscritti alla previdenza obbligatoria degli enti privati. Non potranno ricevere il contributo neppure coloro che hanno ricevuto il bonus di 600 Euro a marzo (art. 27 e 38 del D.l. 18/2020).
Condizione di accesso al contributo è che il fatturato del mese di aprile 2020 sia inferiore di due terzi, rispetto al fatturato di aprile 2019.
La somma che verrà erogata si calcola applicando una percentuale sulla differenza tra il fatturato di aprile 2019 e quello di aprile 2020. La percentuale è del 20% della differenza di fatturato, per le partite iva con ricavi inferiori a 400 mila Euro nel periodo di imposta del 2019; del 15% per le partite iva con ricavi tra il 400 mila e 1 milione di Euro; del 10% per le imprese con ricavi tra 1 milione e 5 milioni di Euro.
L’Agenzia delle Entrate fa sapere che il contributo sarà erogato con accredito diretto sul conto corrente bancario dell’avente diritto, a seguito di presentazione di un’istanza indirizzata all’Agenzia delle Entrate con procedura telematica che sarà appositamente delineata in un prossimo provvedimento.
L’istanza va presentata entro 60 giorni dalla data in cui la procedura sarà avviata.
Canoni di locazione per immobili ad uso non abitativo – credito di imposta
Le imprese, anche agricole, i lavoratori autonomi, e gli enti del terzo settore (inclusi gli enti religiosi civilmente riconosciuti, limitatamente agli immobili non abitativi dedicati all’attività istituzionale) potranno beneficiare di un credito di imposta pari al 60% del canone di locazione effettivamente versato a marzo aprile e maggio 2020, per gli immobili in cui esercitano la propria attività.
Sono esclusi dal beneficio coloro che, tra i soggetti sopra indicati, abbiano subito, nel mese di riferimento del canone da detrarre, una perdita del fatturato inferiore al 50% rispetto allo scorso anno. Inoltre, non possono beneficiare della misura i soggetti i cui compensi superino i 5 milioni di euro, fatta espressa eccezione per le imprese alberghiere, che possono anche “sforare” il predetto limite.
Le strutture turistiche ad attività stagionale, potranno usufruire del credito di imposta con riferimento ad ognuno dei mesi di aprile maggio e giugno 2020.
Le modalità operative per far valere il predetto credito consistono nella possibilità di mettere le somme in compensazione nel modello F24, oppure anche di cedere il credito di imposta al locatore, o anche alla banca.
Eco bonus e sisma bonus – credito di imposta
Tra le misure riservate alle persone fisiche, fuori dall’attività di impresa o professione o arte, c’è sicuramente quella conosciuta come Eco bonus/Sisma Bonus. Potranno usufruire del credito di imposta anche gli Istituti Autonomi di Case popolari, e le cooperative edilizie limitatamente agli immobili posseduti
dalle stesse cooperative o assegnati in godimento ai proprio soci.
Si prevede un ampliamento consistente della percentuale di credito di imposta già prevista per gli interventi di efficienza energetica, di riduzione del rischio sismico, di installazione del fotovoltaico e delle colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici. La detrazione oggi ammissibile in base al decreto è pari al 110 % delle spese sostenute nel periodo 1 luglio 2020 – 31 dicembre 2021.
La detrazione potrà essere divisa in cinque rate annuali, oppure potrà essere trasformata in credito di imposta da cedere a terzi soggetti (fra cui anche gli istituti di credito) oppure infine potrà essere utilizzata come sconto sul costo della fattura del fornitore.
Viene precisato però che le detrazioni per il miglioramento energetico, per la sostituzione degli impianti di climatizzazione o per l’isolamento termico dell’edificio, non godranno del beneficio se eseguiti sulle seconde case configurate come edifici unifamiliari, mentre sarà possibile utilizzarlo per le seconde case condominiali o plurifamiliari.
Trasformazione delle detrazioni fiscali in sconto: come funziona
La concessione degli incentivi sotto forma di credito fiscale, è accompagnata dalla possibilità di poter trasformare talune detrazioni fiscali previste dal decreto, in una riduzione del prezzo dovuto al fornitore, oppure in alternativa trasformarle in un credito di imposta cedibile a terzi (v. par.6).
Gli interventi per i quali è consentita questa possibilità sono quelli di recupero del patrimonio edilizio, di efficienza energetica, le misure antisismiche, gli interventi sulle facciate, i pannelli fotovoltaici e le colonnine per i veicoli elettrici.
Lo sconto sul costo di questi interventi può arrivare fino al totale del corrispettivo dovuto. Questa limitazione comporta ad esempio in relazione all’eco-bonus del 110%, che il massimo di sconto possibile sul costo dei lavori sarà pari al 100% del prezzo. La quota di credito di imposta non utilizzata nell’anno dell’intervento (ad esempio il residuo 10% che non si è scontato dalla fattura dei lavori) potrà essere ceduta, ma non rimborsata e neppure fatta valere negli anni di imposta successivi.
Cessione dei crediti di imposta: come funziona
I crediti di imposta per gli affitti, per la sanificazione dei luoghi di lavoro e per l’adeguamento dei luoghi di lavoro possono essere ceduti, anche per una parte del credito, ad altri soggetti (fra cui ad esempio gli istituti di credito) che possono utilizzare il credito ceduto anche in compensazione sulle proprie imposte.
Infatti la quota di credito d’imposta spettante, che non viene utilizzata nell’anno, non potrà essere utilizzata negli anni successivi né se ne potrà ottenere un rimborso. Per questa limitazione, appare conveniente, soprattutto per quei lavori che hanno un costo significativo, ben superiore alle imposte che il beneficiario andrà a sostenere nell’anno, prevedere la possibilità di cedere il credito al fornitore o all’impresa che effettua i lavori, al fine di ottenere ad esempio una riduzione sul costo del lavoro, oppure all’istituto di credito per ottenere un finanziamento per il lavoro da eseguire. Il meccanismo della cessione pertanto va utilizzato per evitare di perdere una parte del credito che non si potrà utilizzare in compensazione sulle proprie imposte e che non è usufruibile negli anni successivi.
I crediti di imposta non si compensano con i debiti iscritti
a ruolo
Altra caratteristica del meccanismo di incentivo fiscale dei crediti di imposta, è che gli stessi non possono essere compensati con i debiti iscritti a ruolo contro il contribuente.
I debiti andranno dunque pagati, con il differimento delle scadenze previste dal decreto, mentre i crediti potranno essere compensati con le nuove imposte liquidate nell’anno, oppure ceduti secondo i meccanismi sopra illustrati.
Aumentati i limiti annui per la compensazione dei crediti di imposta
Al fine di consentire un largo ricorso al credito di imposta, ed alla possibilità di cessione dello stesso, è stato eliminato per tutto il 2020 il tetto massimo annuale di crediti fiscali che possono essere portati in compensazione. Il predetto limite, fissato in 700 mila Euro, e per i subappaltatori in 1 milione di euro, viene aumentato ad un milione per tutti i contribuenti.
Adeguamento dei luoghi di lavoro – credito d’imposta
I lavoratori autonomi o le imprese che esercitano l’attività in luogo aperto al pubblico, potranno beneficiare della detrazione del 60% delle spese sostenute in questo anno per la realizzazione degli interventi di adeguamento alle misure sanitarie di contenimento del Covid-19.
L’importo massimo delle spese che è possibile detrarre è pari ad Euro 80 mila.
Rientrano tra gli interventi di adeguamento quelli di rifacimento delle mense e degli spogliatoi, quelli sostenuti per l’ampliamento o la creazione di spazi comuni, ingressi e spazi medici. Sono considerati anche gli acquisti di apparecchiature per il controllo della temperatura, e l’acquisto di arredi di
sicurezza, quali dispositivi di protezione delle casse o di separazione del personale del negozio, con la clientela.
Il credito di imposta può essere cumulato con altre agevolazioni previste dal decreto per le stesse spese, quali ad esempio le detrazioni per le spese di sanificazione, oppure la riduzione iva per i dispositivi di protezione, nel limite delle spese effettivamente sostenute.
Il credito è cedibile a terzi, ma non è rimborsabile se non se ne usufruisce nell’anno.
Sebbene il Vademecum dell’Agenzia delle Entrate non ne faccia menzione, il testo del decreto al comma 2 dell’art. 120 è chiaro nel prevedere che il predetto credito di imposta possa essere portato “esclusivamente in compensazione” e sia utilizzabile solo nell’anno di imposta 2021.
Riduzione IVA per i dispositivi di protezione
Le imprese beneficiano dell’esenzione dal pagamento dell’Iva sull’acquisto delle mascherine e dei dispositivi medici e di protezione individuale.
L’esenzione è valida per l’anno 2020, mentre dal 1 gennaio 2021 l’Iva sarà reintrodotta ma nel limite del 5%.
Sanificazione dei luoghi di lavoro e dispositivi di protezione – credito d’imposta
Per favorire la ripresa delle attività lavorative, ivi incluse da ultimo quelle degli esercizi commerciali e delle attività turistiche e di ristorazione, sono previste norme e protocolli regionali che impongono le misure di sanificazione degli ambienti.
Per far fronte alle predette spese è riconosciuto alle imprese, ai lavoratori autonomi e agli enti commerciali, nonché agli enti religiosi civilmente riconosciuti, la possibilità di detrarre il 60% delle spese sostenute per la sanificazione, per l’acquisto degli strumenti necessari, per l’acquisto dei dispositivi di protezione (mascherine, barriere protettive, guanti etc..), fino ad una spesa massima di 60 mila Euro.
Il vademecum dell’Agenzia delle Entrate precisa le modalità operative per beneficiare del credito di imposta, prendendo la possibilità di portare la spesa in compensazione nell’F24, senza limite di importo.
Anche per il credito derivante dalle spese di sanificazione, come per quello previsto per i canoni di locazione e per le spese di adeguamento degli ambienti di lavoro, è possibile la cessione a terzi.
Inoltre per le medesime spese (mascherine, guanti, dispositivi di protezione, barriere…) è possibile cumulare il credito di imposta con il credito concesso per l’adeguamento dei luoghi di lavoro.
Infine l’Agenzia delle Entrate precisa che non sarà considerato il presente credito per la formazione del reddito ai fini Irpef e ai fini Irap.
Scadenze fiscali sospese
Parte delle scadenze fiscali in scadenza tra marzo e giugno, sono posticipate a settembre 2016, e pagabili in unica rata o fino ad un massimo di quattro rate mensili, purché il versamento della prima rata avvenga entro la scadenza del 16 settembre.
Vediamo di quali imposte si tratta.
Intanto vi è da dire che il decreto non menziona i modelli redditi 2020 per le imposte dovute nell’anno 2019, per i quali la scadenza del primo acconto al 30 giugno sembra restare ferma per il momento, salvo ulteriori future previsioni normative.
Per i soggetti esercenti attività di impresa, arte o professione, con rivali inferiori a 50 milioni di Euro nel periodo di imposta dell’anno precedente, sono previste le seguenti riduzioni, a condizione che abbiano subito una riduzione del fatturato del 33% rispetto ai mesi di marzo aprile maggio dello scorso anno:
- versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria.
- ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente
- trattenute dell’addizionale regionale e comunale
- versamenti IVA.
Per i soggetti con ricavi non superiori a 400 mila Euro, restano sospese le ritenute d’acconto sui compensi dovuti al sostituto d’imposta, purché però nel mese precedente non abbiano sostenuto spese per lavoro dipendente. Le somme dovute al sostituto saranno invece corrisposte direttamente dal contribuente, al 16 settembre.
Rate delle “rottamazioni” e del “saldo e stralcio” sospese
Le rate in scadenza tra il 9 marzo e il 31 maggio per le definizioni agevolate del processi verbali di contestazione, degli atti di accertamento, della definizione delle liti pendenti, sono posticipate al 16 settembre con pagamento in unica rata o in quattro rate mensili, senza applicazione di sanzioni o interessi. Le rate in scadenza dopo il 31 maggio 2020 invece, dovranno essere pagate alla scadenza concordata.
Sono prorogate anche le rate per la c.d. rottamazione “ter” (D.L. 119/2018) e per il saldo e stralcio (D.l. 145/2018): i pagamenti possono essere effettuati entro il 10 dicembre senza perdere le agevolazioni previste e senza interessi o sanzioni. La data del 10 dicembre è la data ultima entro cui effettuare i pagamenti, con esclusione anche della tolleranza di 5 giorni per il pagamento.
I contribuenti che nel 2019 sono decaduti dalla rateizzazione agevolata della Rottamazione ter e del Saldo e stralcio, per il tardivo o mancato pagamento delle rate previste, possono presentare una nuova istanza per concordare un piano di dilazione delle rate rottamate ma non pagate.
Sospensione dei pignoramenti
I pignoramenti di pensioni e stipendi, promossi dall’Agente della Riscossione o dagli enti locali, sono bloccati fino al 31 agosto 2020, per cui la quota pignorata non sarà trattenuta dalla banca o dal datore di lavoro e sarà invece pienamente utilizzabile per le necessità economiche dei contribuenti in questo momento di crisi.
Tuttavia gli accantonamenti già effettuati prima della sospensione e non ancora incassati, oppure le somme ormai incassate dall’Agente della Riscossione, non possono essere restituite al contribuente.
Sospensione delle verifiche della Pubblica Amministrazione
sulle inadempienze per i pagamenti
L’art. 48 bis del DPR n. 602 del 1973 prevede l’obbligo per la Pubblica Amministrazione e per le società a prevalente partecipazione pubblica, prima di predisporre pagamenti nei confronti di un impresa, o comunque di un soggetto, per un importo superiore ai 5mila Euro, di verificare se questi è inadempiente nei confronti dell’Erario. La verifica si svolge anche mediante procedura telematica. In caso di esistenza di debiti non pagati, la pubblica amministrazione e le società a partecipazione pubblica, non possono procedere ai pagamenti.
In questo periodo e fino al 31 agosto 2020, è sospeso l’obbligo di questa previa verifica ai fini dei pagamenti. La norma si pone in coerenza con le precedenti misure di sospensione dei debiti con l’Erario, anche se in considerazione del momento di crisi, appare difficile che si velocizzino e si concentrino proprio in questi mesi i pagamenti della Pubblica Amministrazione in favore dei privati, i cui tempi già in tempi migliori sono estremamente lunghi.
Rinvio delle cartelle esattoriali
Per tutto il periodo dall’8 marzo al 31 agosto 2020 l’Agente della riscossione deve sospendere la notifica di:
cartelle di pagamento
avvisi di addebito Inps (ad esempio relativi alla restituzione di somme per indennità non spettanti, o erroneamente conteggiate)
ingiunzioni o accertamenti di enti locali (ad esempio relative ai tributi Tari o Imu etc…)
La sospensione è relativa ai debiti maturati prima dell’8 marzo.
Per gli atti già notificati prima dell’8 marzo, le cui scadenze vanno a cadere nel periodo di sospensione, è possibile differire il pagamento al 30 settembre 2020.
Gli atti di accertamento, contestazione, le sanzioni, i recuperi dei crediti di imposta, la rettifica delle liquidazioni, che si riferiscono ad atti o imposte i cui termini di decadenza per l’esigibilità degli stessi sono in scadenza nel periodo 8 marzo-31 dicembre 2020, saranno notificati a partire dal 1 gennaio 2021 e fino al 31 dicembre 2021. Quindi non solo le notifiche delle cartelle arriveranno dopo la data di gennaio prossimo, ma anche i
termini di decadenza cui sarebbero stati sottoposti i debiti erariali, sono prorogati di un anno, per consentire non solo una tregua ai cittadini, ma in corrispettivo, il salvataggio dei crediti dell’erario prossimi alla decadenza.
Benefici per le richieste di rateizzazione dei debiti fiscali
Se viene presentata una richiesta di rateizzazione fino al 31 agosto 2020, e per le rateizzazioni che erano state richieste prima dell’emergenza Covid-19 (andando a ritroso fino al 1 settembre 2019) per debiti fiscali arretrati, la decadenza del piano di rateizzazione in caso di mancato pagamento, è prevista solo se non vengono pagate dieci rate consecutive. Il limite precedente che faceva decadere dal beneficio del pagamento rateale, era fissato in cinque rate consecutive. La norma tiene in considerazione la difficoltà economica imprevista ed imprevedibile in cui versano i contribuenti che da poco avevano rateizzato i debiti con l’erario, e l’incertezza sul futuro in cui si trovano i contribuenti che in questo periodo faranno domanda di rateizzazione. I ritardi pertanto, nel pagamento delle rate, avranno una tolleranza raddoppiata rispetto al periodo precedente.
Rinvio del termine per dotarsi del registratore di cassa telematico
Non si applicano le sanzioni a chi non è ancora in regola con il registratore di cassa telematico, il cui termine ultimo era fissato al 1 luglio 2020. E’ prorogato al 1 gennaio 2021 il termine per adeguare il registratore di cassa alla procedura telematica di invio dei corrispettivi giornalieri. Resta fermo l’obbligo di inviare i corrispettivi giornalieri, ogni mese, con procedura di invio telematico all’agenzia delle Entrate.
Rinvio della lotteria degli scontrini
E’ slittato quindi al 1 gennaio 2021 anche l’inizio della “lotteria degli scontrini”, ovvero il concorso a premi indetto dall’Agenzia delle Entrate, con il quale per ogni scontrino elettronico corrispondente ad un acquisto superiore ad 1 Euro, sarà possibile esibire al negoziante il proprio codice lotteria generato dal sistema messo a disposizione dell’Agenzia delle Entrate, e partecipare all’estrazione mensile con tre premi al mese di 30 mila Euro ciascuno e un premio annuale di un milione di Euro. La lotteria, pensata per stimolare il gettito IVA, necessita infatti del pieno funzionamento dei registratori di cassa telematici e dell’emissione degli scontrini elettronici.
Rinvio della decorrenza bozze precompilate IVA
Ulteriore conseguenza della proroga della messa a regime dei registratori di cassa telematici, è la proroga sempre al 1 gennaio 2021 della precompilazione delle denunce Iva da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Sostegno alle imprese di pubblico esercizio
Al di là del titolo della norma, si tratta di un piccolo beneficio fiscale destinato agli esercizi titolari concessioni o di autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico.
La misura prevede che per le nuove domande di occupazione del suolo pubblico e per le richieste di ampliamento dello stesso, le imprese non dovranno corrispondere l’imposta di bollo prevista, per tutto il periodo dal 1 maggio 2020, al 31 ottobre 2020. La misura, veramente esigua rispetto all’entità della crisi di bar, ristoranti, stabilimenti balneari etc., è comunque pensata nell’ottica di facilitare l’ampliamento degli spazi
all’aperto dei locali, al fine di consentire maggiore afflusso pur mantenendo il distanziamento tra le persone.
Tax Credit Vacanze
Anche il “bonus vacanze”, promesso alle famiglie con basso reddito per incentivare il turismo in Italia, non è propriamente un bonus, ossia una somma erogata al beneficiario, ma ha la forma del credito di imposta e correttamente è definito nel Vademecum dell’Agenzia delle Entrate come “tax credit vacanze”. Il bonus infatti consiste in uno sconto praticato dall’albergatore al cliente finale, per l’importo massimo di 500 Euro per nucleo familiare. Il predetto sconto, sarà rimborsato all’albergatore sotto forma di credito di imposta, da utilizzare senza limiti di importo in compensazione nel modello F24. Alternativamente l’albergatore potrà cedere il credito di imposta accumulato agli istituti di credito.
Le modalità applicative del credito di imposta dovranno essere definite con apposito provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, pertanto, nonostante la stagione turistica sia alle porte e le prenotazioni debbano cominciare per recuperare in parte il tempo perduto, non vi è ancora chiarezza sulle modalità di utilizzo del predetto credito di imposta per gli operatori del turismo.
E’ promessa la disponibilità di un “bonus” di 500 Euro per le famiglie con ISEE non superiore a 40 mila Euro e con più di due familiari, mentre la somma si riduce a 300 Euro per le famiglie composte da due soli membri, e a 150 Euro per i single. Ma questa somma appunto non sarà erogata in denaro, bensì sarà fatta valere per l’80% della somma assegnata a titolo di
sconto da ottenere da parte dell’albergatore, (che a sua volta potrà trasformarlo in credito di imposta anche cedibile) e per il restante 20% sarà invece portato in detrazione dal titolare del bonus. Purtroppo questo beneficio non pare congegnato per stimolare il turismo, perchè a fronte di una somma tutto sommato esigua per le vacanze di un nucleo familiare, ci sono troppe incertezze che lo rendono una misura evanescente. Intanto sono ancora incerte le modalità di utilizzo del credito di imposta da parte degli albergatori, in attesa del provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, poi non è automatico che gli albergatori trovino disponibilità presso le banche per operare la cessione dei crediti, e conseguentemente non è neppure assicurato che gli albergatori alla fine decidano di praticare lo sconto dell’80%.
Sostegno alle imprese del Sud Italia
La legge di Bilancio 2019 aveva stabilito incentivi per le imprese del Sud Italia che investissero in attivita’ di ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico o tecnologico. Il predetto credito di imposta è ampliato fino al 45 % per le piccole imprese, fino al 35% per le imprese fino a 50 dipendenti e con fatturato di almeno 10 milioni di Euro, e fino al 25% per le grandi imprese con almeno 250 dipendenti e fatturato superiore ai 50 milioni di Euro.
